di Anton Čechov
regia Claudio Boccaccini
Traduzione e adattamento Claudio Boccaccini e Eleonora Di Fortunato
con Silvia Brogi, Antonio Conte, Andrea Lolli, Alessia Navarro
e con Massimo Cardinali, Simone Crisari, Alfonso Di Vito, Maurizio Greco, Beatrice Gregorini, Francesca Grilli, Fabio Orlandi, Malvina Ruggiano
scene Manuela Alessi – costumi Antonella Balsamo
collaborazione artistica Carlo Picchiotti – registi assistenti Mirko Fracassi, Peppe Spezia – tecnico luci e fonica Alessandro Pezza
foto Marco Picistrelli – assistente costumista Francesco Bureca – organizzazione e media Chiara Boccaccini, Eleonora Di Fortunato
Sinossi
La vicenda, ambientata nella campagna russa dei primi del novecento, narra le vicissitudini di una famiglia borghese che, incapace di comprendere e adattarsi ai mutamenti della società, finisce con il cadere in rovina perdendo la maggior parte dei propri averi, compresa la villa di famiglia e l’annesso celebre “giardino dei ciliegi”.
Ultima opera lasciataci da Cechov, “Il giardino dei ciliegi” ebbe una sua prima trionfale messa in scena nel 1904 a Pietroburgo, a cura di Stanislavsky, quando pubblico e critica furono concordi nel considerarla un vero capolavoro. Al coro di consensi non si unì però l’autore: Cechov infatti nello scrivere “Il giardino dei ciliegi” si era prefissato lo scopo di dare alla luce una commedia brillante, cosa del tutto negata nella messinscena di Stanislavsky. Nel corso dei decenni a seguire “l’equivoco”, per così dire, fu destinato a ripetersi; la vena comica presente nel testo, così fortemente voluta dall’autore che infatti appose all’opera la definizione di commedia, era ahimè quasi sempre assente, scalzata spesso da un “cechovismo” tetro e paludato.